Festa Grande per Gianfranco Sabot

In un’affollata Aula magna delle Scuole medie di Manzano, ex giocatori e ospiti illustri hanno festeggiato l’icona del calcio arancione, una carriera di giocatore, allenatore e presidente.

Aula magna delle scuole medie di Manzano affollata per festeggiare Gianfranco Sabot, icona del calcio arancione (è stato giocatore, allenatore e per un biennio pure presidente della Manzanese), capitano della squadra vincitrice di tre consecutivi titoli regionali dal 1962 al 1965 e personaggio amato anche al di fuori dello sport. Presentata da Edi Fabris, la serata è stata allietata dalla voce di Franco Coccolo, che accompagnato da Ivan Maroello ha interpretato alcuni brani in apertura, chiudendo alla fine l’incontro con quello che può essere considerato l’inno del calcio locale, “Manzano va”, con il ritornello cantato in coro anche dal pubblico in piedi. A celebrare la carriera di Sabot, Gianfi per gli amici, una videointervista in dvd realizzata da un gruppo di amici (così hanno voluto semplicemente essere definiti gli autori del lavoro) con la regia di Maurizio Sartori e l’operatività tecnica di Andrea Camerotto, mentre le interviste nel filmato sono state di Fabrizio e Francesco Paissan. Una serata che ha avuto il suo clou pure nel simpatico pour parler sul palco fra lo stesso Sabot e Bruno Pizzul, fra gli ospiti d’onore, ex calciatore della Cormonese che nella stagione 1963/64 fu avversario in campo dello stesso Sabot.  Un Pizzul che non ha mancato di proporre, in italiano e in friulano, anche divertenti aneddoti della sua inimitabile carriera, mentre Sabot ha voluto sottolineare in primis la propria vocazione ad operare nel settore giovanile anziché nelle formazioni maggiori.  Altri comunque i personaggi dello sport e della cultura che hanno inteso rendere omaggio a “Gianfi”, dal Sindaco di Manzano, Piero Furlani, al presidente della Federcalcio regionale, Ermes Canciani, da Marco Beltrame, in rappresentanza degli ex giocatori di Sabot, al neo-selezionatore delle rappresentative del Friuli Venezia Giulia, Gianni Tortolo, fino all’artista Renato Paoluzzi, già giovane portiere arancione, che ha donato una sua opera al protagonista della rimpatriata. Manifestazione alla quale hanno contribuito fattivamente, fra gli altri, anche Ezio Cleri in prima persona, il Gruppo alpini di Manzano, la Pro Loco, l’Utem e il fotografo ufficiale Ranieri Cleri.