A Billiani il gigante maschile della Fis Master Cup

sci divise

Lo sci che conta è tornato finalmente nel Friuli. Nel weekend tra il 7 ed il 9 marzo scorsi si sono infatti tenute le gare valide per il FIS Master Cup di sci alpino.

Diverse le gare andate in scena sulle pista della località carnica.

Per quello che riguarda il gigante maschile Master A la vittoria è andata all’italiano Gianluca Billiani, sceso con il tempo di 45”.21; alle sue spalle sono arrivati i due austriaci Klaus Gsting e Josef Fuchs, rispettivamente secondo e terzo con i tempi di 45”.46 e 46”.25. Inutile dire che, come spesso accade con le gare di sci, grande interesse da parte del pubblico è stato rivolto verso le gare di slalom per il quale sono scesi in pista gli uomini per la categoria B e le donne per la categoria C.

In campo maschile si è affermato l’austriaco Hans Kaufamnn con un tempo in tre manche di 1’.27”.10, dietro il quale si sono piazzati il tedesco GUenter Lang con 1’.27”.76 ed il nostro Hermann Oblerechner con il tempo di 1’.29”.15. In campo femminile la vittoria è andata all’austriaca Doris Bergner, che ha concluso la sua prova con un totale di 1’.24”.11, seguita dalla tedesca Marianne Hoffman a 1’.34”.02; medaglia di bronzo all’italiana Silvia Giocosa, terza con un tempo totale di 1’.36”.95.

Ecco inoltre una breve carrellata sui risultati delle altre categorie. Il Master C8 femminile è stato vinto da Christa Kovar, con un tempo di 1’.52”.16, mente il master C7 (sempre femminile) è andato all’italiana Margherita Sabadin (tempo di 1’.52”.6) seguita dall’austriaca Elisabeth Kaboush (tempo di 1’.52”.43) e dalla francese Evelyne Larchey (tempo di 2’.31”.80).

Buone notizie per i colori azzurri anche nella categoria C6 femminile. Qui la nostra Helga Rungganldier è arrivata prima con un tempo di 1’.45”.35, davanti alle austriache Maria Egger (1’.45”.81) e Hannelore Gigler (tempo di 1’.49”.60). Infine è andato alla tedesca Sabine Heider il Master C4 ( con un tempo di 1’.42”.17) ed alla nostra Roberta Barbieri il Master C3 (tempo finale 1’.47”.56).

Va segnalata la forte presenza di pubblico che si è dato appuntamento sulle piste del Varmost e che qui ha potuto ammirare gli atleti proposti dalle varie federazioni non solo per il loro “stile” agonistico. D’altronde si sa bene che ogni Mondiale, ogni Campionato Europeo, e soprattutto, ogni Olimpiade, sono l’occasione per gli stilisti di tutto il mondo, per mettersi alla prova con il settore sport, che non con troppa frequenza ha la possibilità di confrontarsi con l’alta moda; e viceversa.

Le ultime Olimpiadi invernali di Sochi in Russia ne sono state un esempio.

Sochi a parte però il grande business delle divise sportive è quello che si consuma all’interno del merchandising del calcio, quello più richiesto dai consumatori che, novità degli ultimi tempi, hanno da poco imparato a scegliere i capi più introvabili ed originali su portali specializzati, come ad esempio in questa sezione del famoso e-commerce Zalando dove trovi diverse divise, non solo di squadre italiane ma anche di altri paesi.

Tra le divise più richieste in assoluto troviamo quella con cui la Nazionale Argentina ha vinto i mondiali del Messico dell’86, e non è certo un caso visto che in quella squadra giocava un certo Diego Armando Maradona, la cui maglia numero 10 è tutt’oggi un pezzo pregiato per intenditori.

Un’altra divisa che va per la maggiore è quella del Barcellona. Sulla maglia blaugrana si evidenziano due tendenze di mercato principali; una è quella “vintage” che per esempio vende a caro prezzo la maglietta indossata a suo tempo da Johan Crujiff, non uno qualsiasi ma l’inventore del calcio totale che tutt’oggi caratterizza il gioco della squadra catalana. La seconda tendenza guarda invece al presente e vende a peso d’oro la maglia dell’argentino Messi, la pulce, il giocatore più premiato di tutti i tempi, oggi testimonial principale del marchio Adidas.

Ma c’è una divisa che per la sua storia rimane la più ambita di sempre ed è quella della nazionale brasiliana prima del 1950. In quell’anno infatti in seguito alla sconfitta contro l’Uruguay, la Selecao decise di cambiare divisa andando ad adottare quella attuale in maglia gialla e pantaloncini celesti. La vecchia divisa sparì invece dalla circolazione e da allora è diventata un pezzo da collezione sempre più pregiato.

Alessandra Corradi