
Rimessasi gli sci ai piedi dopo sette mesi dal grave infortunio a un ginocchio occorsole un anno fa a Cortina, la slalomista di Camporosso affronta con il piglio giusto l’Olimpiade cinese
Se l’è meritata questa Olimpiade, Lara Della Mea, anche per il grande carattere evidenziato durante i lunghi sette mesi di recupero dal terribile infortunio, con rottura del crociato, occorsole in gara a Cortina, il 17 febbraio dello scorso anno, durante il team event, proprio in un periodo in cui stava girando a mille. “In quel momento ho capito di essermi fatta molto male – ricorda con una punta di amarezza la slalomista di Camporosso – ma piano piano, capendo che stavo migliorando, ho riacquistato fiducia in me stessa e quando mi sono messa di nuovo gli sci ai piedi tutto è cambiato. E adesso andare a Pechino è per me un sogno che si avvera e che ho coltivato fin da bambina. Sono molto emozionata”. Emozione che, lei confessa, varia comunque da situazione a situazione: “Dipende dall’importanza delle gare, in alcune cerco di divertirmi, in altre l’aspettativa è maggiore e la concentrazione pesa spesso sullo stato d’animo. E oltre a questo sono anche umorale, vado a sensazioni: ci sono giorni in cui mi sento molto sicura di me, altri in cui percepisco di non essere al top”. Ma un’Olimpiade è un’Olimpiade e lo slalom che disputerà il 9 febbraio alle 3 ora italiana (11 del mattino cinesi) costituisce per lei un appuntamento da affrontare con la concentrazione al massimo livello: “Ci credo sempre e darò il meglio di me stessa, anche se con tutti i mostri sacri che dovrò affrontare non mi pongo obiettivi particolari di podio. Ma ogni gara fa storia a se, hai visto mai…”.

LA PRIMA VOLTA IN CINA
Sette ore di aereo, diretto da Milano a Pechino, attendono Lara e la sua comitiva azzurra in partenza giovedì 3 febbraio nel pomeriggio. “Viaggeremo di notte e penso così di poter dormire un po’ – considera l’azzurra dell’Esercito – , ma è un dettaglio personale. E’ la prima volta che vado in quel lontano Paese, che m’incuriosisce sotto vari aspetti, ma non mi attendo comunque di poterlo visitare molto, anche a causa delle restrizioni covid. E laggiù, fra l’altro, ci fermeremo poco, visto che rientreremo l’11 febbraio. Ma, ripeto, è comunque per me un sogno che si avvera e penso soprattutto allo slalom che disputerò e che comunque vada rimarrà per sempre impresso nella mia mente e nel mio cuore per la sua unicità”.
Edi Fabris