Tennis – Cosa significa allenare?

Allenare: ma cosa significa veramente? La domanda l’abbiamo girata al maestro Marco Cepile, che per insegnare tennis fa la spola tra la “sua “Corno di Rosazzo, Latisana ed al Centro sportivo Plebiscito di Padova.

“È sicuramente un lavoro che richiede parecchio tempo-dice Marco- che va al di là di un orario prestabilito, perchè chi ha deciso di allenare, in un certo modo, sa perfettamente che esistono molti altri aspetti che non riguardano solo il campo. In una intervista di qualche anno fa, il noto ex calciatore Alessandro Costacurta dichiarava che “allenare” significa “sopportare” e che bisogna essere disposti a farlo anche se cambiano le situazioni e le persone stesse: un allenatore deve tenere conto che l atleta è una persona che, nel corso della carriera, prima è bambino, poi adolescente ed infine diventa adulto, e molte cose quali obiettivi, sentimenti, idee, risultati, situazioni familiari possono percio’ cambiare velocemente. Secondo il mio parere, ci sono dei presupposti particolari per potere allenare; innanzitutto occorre avere passione e forti motivazioni che costituiscono il motore che va ad alimentare la nostra conoscenza, ed è altrettanto importante avere fatto in prima persona dei sacrifici significativi da poter trasmettere agli altri in modo che fungano da esempio: questo aspetto non si conclude mai poiché ogni giorno è necessario “dimostrare”. Diverse sono le motivazioni che spingono un individuo a diventare allenatore, ma esse devono rispettare i principi fondamentali dello sport: nel tennis spesso si inizia a fare il maestro perché è abbastanza agevole guadagnare qualche soldo; molte persone hanno iniziato a giocare fin da bambino (alcuni trascurando l’istruzione scolastica) e si trovano cosí ad una certa età che non sanno fare altro, ma in realtá occorre togliersi di dosso i panni del giocatore e mettersi a totale disposizione degli allievi; si passa da una situazione in cui si è concentrati su se’ stessi (giocatore) ad una situazione in cui occhi e cervello devo guardare cosa succede all’atleta che si allena.

E’ molto importante controllare bene la propria parte emotiva (specie durante i match) , isolarla, e poi trasmettere le informazioni corrette e utili al miglioramento; solo mettendosi nei panni di chi gioca si riescono a capire le difficolta di certe situazioni.Uno degli aspetti più significativi di questa attivita’, è il rapporto quotidiano che si instaura con i giocatori, un rapporto che coinvolge sentimenti, stati d’ animo variabili che, solo tramite una ottima conoscenza di se’ stessi e un buon sistema di comunicazione, possono essere veicolati nella giusta direzione: obiettivi condivisi supportati da una precisa programmazione che tenga conto dell’ identità di chi gioca, perchè, se certe condizioni mutano, anche gli obiettivi ed i risultati saranno diversi. Un noto psicoterapeuta udinese disse: “ bisogna dire alle persone le cose che sono in grado di capire in quel momento”. Allenare vuol dire anche insegnare; insegnare i principi tecnici, i principi del gioco ed in particolare i principi dell’educazione tramite il supporto della famiglia e di chi frequenta quell’ambiente . Chiudo-dice Cepile-con questa riflessione: qualsiasi lavoro è importante e per farlo rendere al massimo occorre conoscere la sua essenza e il suo funzionamento, sapendo che è necessario stare al passo con la sua evoluzione.”

Roberto Cainero