
Cinque vittorie e un pareggio: è questo il ruolino di marcia quasi perfetto di un Caneva che nelle ultime domeniche ha blindato la qualificazione ai play-off a suon di gol, e che, anzi, nelle prossime giornate punterà a scalare ancora qualche posizione per avvantaggiarsi nella post season.
I liventini hanno confermato di essere la squadra peggiore da affrontare in questo momento. Chi il Caneva lo conosce bene è Adriano Boccalon, allontanato dalla panchina della squadra liventina lo scorso novembre quando le cose per il sodalizio biancazzurro non andavano certo bene: «Ma io non li avevo quattro attaccanti – sbotta il navigato tecnico azzanese -. E’ facile vincere quando puoi contare su quattro bomber da Promozione come Calzavara, Montagner, Barbetta e Borda. Io a inizio stagione avevo solo un Montagner rotto e un Calzavara che passava più tempo sotto squalifica che in campo. Che senso aveva mandarmi via una settimana prima dell’apertura delle liste? Io già a settembre avevo chiesto almeno un altro attaccante, ma mi hanno sempre risposto picche».
Grande la delusione di Boccalon che racconta un altro retroscena della sua esperienza sulla panchina biancazzura: «Prima mi hanno pregato di restare un altro anno. Poi alle prime difficoltà hanno cominciato a guardarsi attorno. Già alla quarta giornata avevano iniziato a chiedere in giro in cerca di un sostituto. Volevano Giavon, ma lui ha rifiutato. Ad ogni modo, non è la prima volta che Garlant (ds del Caneva, ndr) mi gioca tiri del genere: già undici anni fa alla Liventina mi mandò via sul più bello. Sono stato fesso io a dargli fiducia e questo è il ringraziamento che ho avuto».
Boccalon già scalpita però, per un ritorno in panchina: «Non voglio chiudere la mia carriera con quell’esonero. Ho alle spalle trent’anni di calcio e voglio allenare almeno ancora un anno, ma dall’inizio alla fine e con un progetto serio. Di buffonate ne ho già viste troppe».