Giulia Pascutti, nelle immagini di Elido Turco, evidenzia tutto il suo appeal esotico nella sua condizione speciale di prossima madre
Della sua terra d’origine, il Brasile, Giulia conserva inalterabili i tratti somatici, la pelle di luna, gli occhi scuri e intensi e i capelli corvini e vaporosi, che certamente riceverà la sua bambina, che nascerà il prossimo marzo e della quale, per scaramanzia, non rivela i due nomi (“un po’ particolari”, sottolinea) scelti insieme al compagno Elia. Con una voce dal timbro dolce e pacato, la ragazza, splendidamente raffigurata da Elido Gigi Turco nella sua condizione di prossima madre, racconta innanzitutto la sua scelta: “Avevo deciso tempo fa di posare per lui per delle foto ricordo, poi sono rimasta incinta ma ho deciso ugualmente di aderire al suo progetto perché mi piace immensamente il suo stile”. E poi, appunto le sue origini: “Sono stata adottata dai miei genitori italiani quando avevo solo undici giorni, venendo con loro in Italia sui quattro-cinque mesi. Sono quindi cresciuta da “mangia pizza” ma ho voluto tornare in Brasile nel 2019 per far visita alle suore che mi avevano curata fino all’adozione”.
NUOVA VITA
E adesso Giulia vive a Prestento, nelle valli del Natisone, in una casa ai margini di un bosco, in un contesto che adora: “Ho abitato con i miei genitori a Plaino, frazione di Pagnacco, poi con Elia, con cui mi sposerò in chiesa a settembre nel mio paese di famiglia, ci siamo trasferiti in questo piccolo posto, vivendo anche in compagnia dei cani e dei gatti che amiamo. Ci piacerebbe pure allevare delle galline ma temiamo le volpi, che in questa zona non mancano”. Di vocazione artistica, Giulia è stata allieva dell’Istituto “Sello” a Udine, per poi lavorare come operatrice socio sanitaria all’insegna della terapia appresa all’Accademia d’arte. Ma quando nascerà la sua bambina non ha intenzione di riprendere il lavoro nell’immediato: “Ho scelto di rimanere a casa per un anno per prendermi cura di lei”, dice con grande dolcezza. Periodo in cui troverà forse il modo di posare di nuovo davanti all’obiettivo fotografico, riproponendo e valorizzando così la sua incredibile bellezza.
Edi Fabris