Un piano sempliciotto, rinunciatario, e interpretato male. La figuraccia dell’Udinese a Torino è accettabile soltanto se vista come passaggio sulla strada della conoscenza, se cioè permetterà a Stramaccioni (voto 5) di schiarirsi completamente le idee sulle qualità del gruppo a disposizione. Presentando la partita sul nostro magazine l’avevamo avvisato: non ti venga in testa di andare ad affrontare la Juventus schierando assieme Di Natale e Muriel, finiresti per sfidare un carrarmato a mani nude!
Vabbè, noi abbiamo alle spalle un campionato (quello passato, con i ripetuti e sconfortanti tentativi di Guidolin) di esperienze in proposito, ma a un tecnico di mestiere dovevano bastare sofferenze e rischi patiti contro l’Empoli per capire che la coppia non quaglia né mai quaglierà. O l’uno o l’altro.
Schierando e poi togliendo Muriel a metà partita, Stramaccioni si è autobocciato perdendo punti, ha vieppiù intristito il colombiano, deve aver irritato non poco Thereau che era l’uomo giusto da affiancare a Totò, per 45 minuti ha esposto la squadra a una figuraccia: l’Udinese schiacciata, una squadretta tenera e impaurita in balia della belva juventina. Un mezzo disastro, insomma, cui ha posto parziale rimedio una ripresa accettabile, comunque da squadra vera. E da qui Stramaccioni deve ripartire mettendo nel mirino il Napoli: una punta centrale collegata da due trequartisti, da scegliersi tra Thereau, Fernandes e Kone. Così funzionerà. (Ido Cibischino)