
Dopo la mazzata del corona virus che ha penalizzato in maniera pesante anche il campo dello sport le competizioni stanno per riprendere ma in quali condizioni fisiche e psichiche si presentano gli atleti? Il look-down che c’è stato, può limitare o condizionare in futuro le loro prestazioni?
Le domande le abbiamo girate ad Adele Burato ventenne tennista udinese in forza al circolo comunale Vicenza classificata 2.4 con un recente passato al ct Latisana, allenata dal maestro Marco Cepile e che quest’anno ha vinto i tornei open di Padova, Treviso e Bardolino (VR), partecipando per la prima volta anche a tornei internazionali WTA.
“Anche nel 2022 lo scenario tennistico sarà in balia ovviamente dello sviluppo pandemico e delle conseguenti restrizioni governative – esordisce la Burato-. volendo però guardare con positività al futuro, ci si aspetta dal 2022 una stagione giocata interamente e magari con gli incontri aperti anche al pubblico.
Sicuramente il periodo che sta per concludersi, è servito da “ripresa” per i giocatori, e ha fatto da intermediario tra la stagione più penalizzata del 2020 e quella prossima che si prospetta normale. Certamente le incertezze sono tuttora presenti e il timore che si possa precipitosamente tornare ad un momento di stallo è inevitabile.
Nonostante ciò, penso che ci sia positività nel mondo tennistico in generale, soprattutto visto che il tennis è stato uno degli sport meno penalizzati da questa pandemia. Proprio per questo, nel 2022 il Lock-down del 2020 non sarà più condizionante per gli atleti proprio perché quest’anno è servito per riprendersi fisicamente e mentalmente e ha dato a tutti quasi piene opportunità di potersi allenare e competere senza troppi ostacoli. Credo inoltre che gli atleti che praticano questo sport abbiano vissuto tutta questa stagione con una grande carica, voglia di rimettersi in gioco e con la consapevolezza che i tennisti siano stati tra gli sportivi più fortunati e tra i pochi a permettersi una vita più vicina al normale di quasi tutti gli altri. Per questo motivo, secondo me, soprattutto gli agonisti di un certo livello sono riusciti a riprendere velocemente la loro forma.
Bisogna tenere presente inoltre- prosegue Adele- che gli sportivi di ogni disciplina devono saper mettere in preventivo anche di doversi purtroppo fermare durante ogni stagione, e sono dunque capaci di riprendersi dopo degli stop, basti pensare agli sportivi colpiti da infortuni che sono riusciti a rimettersi in careggiata e riprendere i loro standard. A riguardo, mi viene in mente Taylor Fritz che ha giocato la semifinale di un master 1000 appena quattro mesi dopo l’operazione al menisco. Ricollegandomi all’ ultima domanda dunque, le prestazioni degli atleti che vedremo prossimamente, a mio parere fortunatamente non ne risentiranno molto di ciò che è successo.
Riguardo al futuro immediato, si può per concludere aprire forse solo una parentesi sul tema vaccini, che sta per ora interessando le competizioni a livello internazionale e nel dettaglio gli Australian Open che avranno luogo a gennaio. Sarà richiesta la vaccinazione obbligatoria e ci sono già alcuni nomi noti di tennisti che si sono espressi contrariamente a riguardo. Se la politica australiana continuerà su questa ferrea linea, si potrebbe verificare un assenteismo danneggiante per la manifestazione. Questo però non è ancora certo-conclude la tennista friulana- ma se dovesse esserlo, è opportuno forse, se altri tornei poi prenderanno gli Australian Open da esempio, tenere in considerazione anche questo scenario che potrebbe essere un problema post-pandemico non indifferente pur non avendo molto a che vedere con le prestazioni dei singoli atleti.” (Roberto Cainero)